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Cosa fai?


Come un fulmine a ciel sereno (e come se fosse normale), il mio amico Tommaso (che fino a 10 minuti prima non avevo mai visto prima) si gira verso di me e mi chiede "What do you do?". Probabilmente non ho capito bene, prendo il foglio e leggo, effettivamente, What do you do. Nel gruppo, ovvio, tutti hanno delle professioni che in inglese suonano benissimo. Tutti sono felicemente occupati oppure felicemente studenti. Il titolo dell'activity era "Habits & routines", innocentissimo. Devo rileggere tre volte la prima delle domande di questo "Quiz" con la Z dolce, che la meravigliosa madrelingua australiana ci sta propinando con il suo inglese e il suo sorriso perfetti. What do you do per me è una domanda seria, ho un attimo di panico e poi rimango senza parole. L'ultima volta è successo nel 2014, quando ci hanno comunicato che dal giorno dopo l'Unità non sarebbe andata in edicola. Insomma per una logorroica come me è gravissimo. Non posso che ripetermi Uodduiudù,uodduiudù,uodduiudù? ma in nessuna lingua saprei dire cosa faccio. Esattamente, cosa faccio? Una domanda troppo esistenziale per le 2 del pomeriggio. Penso: fingo un malore! Ok, no. Allora mi invento qualcosa di fighissimo, tipo potrei rispondere che non posso rispondere. Va beh, neanche. Niente panico. Prendo in analisi, nell'ordine: casalinga (per favore); mamma a tempo pieno (mi viene il vomito); disoccupata (mi viene da piangere e poi non so come si dice). La verità è che non lo so. Ma non me la sento proprio di rispondere "niente" dopo la sveglia delle 7, colazioni, cartelle, calzini e scarpe, abiti, grembiuli, scuolabus, letti da rifare, lavastoviglie, lavatrice e asciugatrice da svuotare e poi riempire in un loop infinito, spolverare e lavare. E ancora: la spesa, lo studio, il borsone per il calcio (due borsoni), le scarpe infangate da bruschinare, la merenda, il pranzo, la cena, la nonna, il nonno, gli scleri. Ecco dire proprio "nothing" no, non ce posso fare. Tommaso mi guarda, il tempo, come spesso mi accade negli ultimi tempi, si è fermato e tutti questi pensieri sono passati in un secondo. Lui aspetta una risposta che, non so come, arriva direttamente alle labbra, già in inglese. Quindi dico "I'm searching for a new job". Finalmente so chi sono, tutto è chiaro, la consapevolezza è arrivata. Torno a casa ancora un po' scossa e ho ben 5 minuti per controllare la posta elettronica. Le prime 10 mail nella posta in arrivo hanno tutte lo stesso oggetto anche se il mittente è sempre diverso: "Segretaria Firenze 10 nuove offerte di lavoro per te!". Ecco fatto. Ma siamo sicuri che voglio fare la segretaria a Firenze? Comunque la activity della prossima settimana è "Reading instruction"... vedremo.

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